Quando nell’estate del 2016 la BBC ha annunciato che avrebbe adattato ben sette romanzi di Agatha Christie quasi ci veniva un colpo al cuore dalla felicità. Sapete quanto siamo innamorati di Agatha e la notizia di un nuovo stock di trasposizioni realizzato da una delle emittenti inglesi più brillanti è stato per noi un pezzo di paradiso.
Dopo l’impeccabile Dieci Piccoli Indiani e il conturbante Testimone d’accusa, è Ordeal by innocence (in italiano Le due verità) il nuovo libro ad essere stato trasformato in una mini serie in tre parti. Come i precedenti anche Ordeal by Innocence è stato sceneggiato da Sarah Phelps.
Previsto per le festività natalizie, Ordeal by innocence è andato incontro a un serio problema produttivo a causa dello scandalo molestie sessuali che ha coinvolto Ed Westwick (Chuck di Gossip Girl per intenderci), che ha costretto la produzione a rigirare numerose scene, sostituendo l’attore con Christian Cook.
La storia, una delle preferite da Agatha Christie, racconta della famiglia Argyle che vive all’ombra di un efferato omicidio consumatosi anni prima: Rachel, la madre, è stata assassinata dal figlio adottivo Jack. Tempo dopo, l’inaspettato arrivo di un testimone metterà in discussione la colpevolezza di Jack, facendo ripiombare nel baratro l’intera famiglia. Chi è stato ad uccidere Rachel Argyle?
La mini serie è, passateci il termine, un orgasmo per gli occhi. La scenografia, i costumi e la fotografia dialogano fra loro, glorificati da una palette colori splendida e vibrante.
La scelta del cast è, come sempre a casa BBC, azzeccatissima. Un ventaglio di attori inglesi di prim’ordine dà vita alla famiglia Argyle, capitanati da una Anna Chancellor in splendida forma: la sua Rachel è inquietante, umana, sadica e fragile, perfetta anima oscura di una storia morbosa e soffocante.
La regia, insieme alla sceneggiatura, scava in profondità, scandagliando la psicologia dei personaggi e le loro emozioni e portando alla luce una grande intensità. Ma qui arrivano i problemi: Sarah Phelps sventra la storia e si dimentica per strada Agatha Christie, privando lo spettatore del piacere del Giallo, ignorando completamente l’aspetto investigativo ed eliminando tracce, indizi, sospetti: tutto a favore di uno psico dramma famigliare.
Come ciliegina sulla torta, la Phelps stravolge il finale compiendo uno dei crimini più terribili fra tutti: cambiare l’assassino. Una scelta azzardata, inutile e, a nostro avviso anche irrispettosa.
Certo, la Christie non è solo letteratura gialla, ma maestra di dinamiche familiari e fragilità umane, ma è soprattutto genio dell’intreccio, dea del rompicapo.
La sceneggiatrice ripete quello che le era riuscito meglio nei precedenti adattamenti, ovvero prendere del materiale ottimo (stiamo pur sempre parlando della Christie) e regalargli una boccata di aria fresca, facendo scendere dal piedistallo i personaggi, rendendoli ancora più materici, palpabili, veri. Ma questa volta fallisce prendendosi una libertà imperdonabile.
Lunga vita agli adattamenti, anche ambientati nello spazio, ma per favore, non toccate l’intreccio.
Cosa non ci è piaciuto di "Ordeal by innocence"